Wednesday, June 27, 2007

USTICA-27 ANNI DOPO

Cronologia delle tappe principali della vicenda del Dc9 precipitato a Ustica.

27 giugno 1980: alle 20,59 il Dc9 Itavia Bologna-Palermoscompare. I morti sono 81. La prima ipotesi e' di cedimentostrutturale. Cominciano i depistaggi. Una telefonata a nome deiNar: sull'aereo c'era Marco Affatigato, estremista di destralegato ai servizi.
18 luglio 1980: trovati in Sila i resti di un Mig 23 libico. - 2 agosto 1980: attentato alla stazione di Bologna. 85 morti.
16 marzo 1982: la relazione della commissione d' inchiestaministeriale esclude il cedimento strutturale, ma conclude chenon e' possibile stabilire se e' stato un missile o una bomba.
gennaio 1984: il pm Giorgio Santacroce formalizza l'inchiestache passa al giudice istruttore Vittorio Bucarelli, che nominauna commissione di periti per stabilire le cause del disastro.
10 giugno 1987: la ditta francese Ifremer comincia leoperazioni di recupero della carcassa del Dc9. Il recupero sara'incompleto e si concludera' nel maggio del 1988.
16 marzo 1989: il collegio dei periti consegna a Bucarelli larelazione con la tesi del missile lanciato da un aereo.
10 maggio 1989: la commissione d'inchiesta governativasostiene la tesi del missile, senza escludere la bomba.
23 luglio 1990: inchiesta affidata al giudice Rosario Prioreche nomina un altro collegio di periti.
19 luglio 1991: la societa' inglese Winpol, incaricata dicompletare il recupero, riporta in superficie la scatola nera.
23 luglio 1994: per il collegio peritale nominato da Prioree' stata una bomba nella toilette dell' aereo, ma due peritipresentano un'altra relazione che non esclude il missile.
17 giugno 1997: per la perizia radar consegnata a Priore daun collegio di esperti, oltre al Dc9 c'erano aerei militari.
23 giugno 2000: il procuratore militare di Roma AntoninoIntelisano chiede al gip l'archiviazione dell'indagine suldisastro di Ustica, perche' ''non ci sono i presupposti perrivendicare spazi di giurisdizione'' da parte della magistraturamilitare.
30 aprile 2004: la terza corte d'assise di Roma assolve igenerali dell'aeronautica Lamberto Bartolucci, Franco Ferri,Zeno Tascio e Corrado Melillo per i presunti depistaggi. Per unun capo di imputazione, nei confronti di Ferri e Bartolucci,riguardante l' informazione alle autorita' politiche dellapresenza di altri aerei la sera dell' incidente, il reato e'considerato prescritto.
15 dicembre 2005: la Prima Corte di Assise di Appello di Romaassolve, perche' il fatto non sussiste, i generali Bartolucci eFerri, accusati di alto tradimento in relazione ai presuntidepistaggi sul disastro di Ustica.
1 giugno 2006: procura generale e Governo ricorrono inCassazione contro la sentenza d'appello.
10 gennaio 2007: la Cassazione dichiara inammissibile ilricorso. L'assoluzione perche' il fatto non sussiste diventadefinitiva.

www.ansa.it

Bologna oggi,27 anni dopo, inaugura il Museo della Memoria in ricordo delle 81 vittime della strage di Ustica...perchè ricordare è rendere onore, perchè non dimenticare è un dovere nei confronti delle vittime e nei nostri...perchè una storia d'Italia è la nostra stessa Storia.

Tuesday, June 26, 2007

WWE DRAMMA BENOIT



WWE - Il corpo di Benoit viene rinvenuto senza vita insieme a quello di moglie e figlio nell'abitazione di famiglia a Fayette (Georgia); si profila un caso di dramma familiare.
Chris Benoit, uno dei lottatori più amati e più esperti dell'universo WWE è morto in circostanze tragiche nella sua abitazione di Fayetteville, Georgia, dove viveva da qualche tempo insieme alla moglie e al figlio più piccolo, Daniel, di soli sette anni.

Le circostanze della morte sono purtroppo drammatiche e danno spazio a pochi dubbi: stando alle prime ricostruzioni da parte di Tommy Pope, lo sceriffo della contea di Fayette, uno dei primi a presentarsi sul luogo del delitto, si tratta di un caso di duplice omicidio e suicidio. Benoit avrebbe prima ucciso moglie e figlio, e poi qualche ora più tardi, si sarebbe tolto la vita. Il coroner ha ordinato l'autopsia sui corpi delle tre vittime del dramma famigliare ma qualcosa di più sicuro si saprà soltanto nel corso del prossimi giorni.

Saturday, June 23, 2007

"La nostra forte preoccupazione





Riporto una lettere di quattro rappresentanti del governo, indirizzata a Romano Prodi...Vorrei sapere che ne pensate.

Caro Romano,

ti scriviamo questa lettera innanzitutto per segnalarti la nostra forte preoccupazione relativamente al modo in cui viene condotta la trattativa con le parti sociali.

Non condividiamo infatti la posizione con cui il governo - e segnatamente il ministro dell'economia - affronta questa trattativa. Da un lato le risorse messe a disposizione per affrontare i temi sul tappeto sono troppo limitate e dall'altro il balletto delle cifre determina un quadro francamente incomprensibile per il Paese tutto.


Noi riteniamo che la drammatica emergenza sociale che abbiamo ereditato dalle sciagurate politiche del governo Berlusconi, debba essere affrontata di petto, in coerenza con il programma che ci siamo dati e su cui abbiamo vinto le elezioni. Questo a partire da: lotta alla precarietà, attraverso il superamento della legge 30; impegno relativo ai cambiamenti climatici tramite l'efficienza energetica, le fonti rinnovabili e la mobilità sostenibile; definizione di un serio intervento per l'edilizia pubblica; rilancio della formazione e della ricerca scientifica; abolizione dell'iniquo scalone sulle pensioni.

La "questione sicurezza", così sentita nel Paese, deve essere affrontata prima di tutto con la ricostruzione di un sistema di sicurezza sociale e ambientale. A tal fine il contributo del governo nella redistribuzione delle risorse recuperate dalla lotta all'evasione fiscale deve essere netto ed inequivoco, non acconsentendo a quelle richieste di riduzione del debito a tappe forzate che provocherebbero solo danni al paese, sia sul piano sociale che economico, e anche su quello delle specifiche politiche della sicurezza delle persone.

Ti chiediamo quindi di imprimere al Confronto con le parti sociali la necessaria svolta capace di rispondere positivamente alle ragioni che ci hanno portato a vincere la sfida elettorale dell'anno scorso.

Inoltre, proprio per la rilevanza che la politica economica ha sui destini del paese, riteniamo che la discussione sul Documento di Programmazione Economica e Finanziaria non possa ridursi ad una sua frettolosa ratifica all'interno di una seduta del Consiglio dei Ministri. Se l'anno scorso abbiamo dovuto lavorare in una situazione di emergenza, quest'anno è indispensabile adottare un metodo di discussione e decisione effettivamente collegiale. Il DPEF deve poter essere discusso e valutato, sia in sede politica che con le parti sociali, in modo da farne un documento di effettiva programmazione economica, discusso e concordato in una procedura trasparente, nel rapporto con la maggioranza, le forze sociali, il paese.

Riteniamo pertanto che il testo del DPEF debba essere messo a conoscenza dei Ministri e delle parti sociali un congruo numero di giorni prima della data prevista per la sua approvazione in Consiglio dei Ministri.

Un caro saluto,

Alessandro Bianchi, Paolo Ferrero, Fabio Mussi, Alfonso Pecoraro Scanio

Friday, June 22, 2007

L'italia è OPACA, sogno PALAZZI DI VETRO e fiale della VERITA'



"I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le istituzioni a partire dal governo, gli enti locali, gli enti di previdenza, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai-tv, alcuni grandi giornali. Per esempio oggi c'è il pericolo che... il Corriere della sera cada in mano di questo o quel partito o di una sua corrente, ma noi impediremo che un grande organo di stampa faccia una così brutta fine".
(Enrico Berlinguer, intervista sulla questione morale a Eugenio Scalfari, la Repubblica, 28 luglio 1981)

Era molto lungimirante, ma non abbastanza, chi sa che avrebbè detto se avesse saputo che i politici adesso dirigono, o semplicemente, favoriscono scalate bancarie, oppure controllano imprese e quasi tutta la stampa...

L'italia è OPACA!

Tuesday, June 19, 2007


"Unipol? I Ds non favoriscono nessuno" (Massimo D'Alema, Il Sole-24 ore, 5 agosto 2005)

"Con Consorte siamo amici da 25 anni, non è reato, ci siamo sentiti per dirci dove saremmo andati in vacanza... Le cooperative sono quasi una riserva di etica protestante" (Massimo D'Alema, Corriere della sera, 3 settembre 2005).

"Non mi pare, non ricordo conversazioni con Consorte, forse sarà capitato, ma non ho idea dell'arco temporale di riferimento. Io personalmente in questa vicenda sono stato solo uno spettatore che forse non aveva capito le cose per tempo" (Massimo D'Alema, Porta a Porta, 9 gennaio 2006).

Prendo spunto da D'Alema per parlare degli ultimi fatti politici...Speciale aveva detto dopo essere stato cacciato:"Non vi preoccupate, so cosa fare!"
Infatti ecco qui puntuali le intercettazioni su D'Alema Fassino e Co. una storia che se anche si dovesse rivelare, non "penalmente interessante", mette cmq in luce un'aspetto importante del nostro paese: la politica pilota o almeno cerca di pilotare le imprese e le banche.
Mentre fino all'anno scorso, qualcuno poteva pensare che solo la destra potesse avere simili collusioni, adesso invece siamo davvero sicuri che la realtà è un'altra: SONO TUTTI INVISCHIATI!
Ecco allora perchè sono tutti in prima fila per firmare lo schifo di legge Mastella sulle intercettazioni, accantoniamo le dispute e firmiamo tutti per imbavagliare i pochi giornalisti rimasti liberi...
Negli USA i presidenti fanno la campagna elettorale appoggiando le varie lobby di banchieri e imprenditori, vedi Bush con i suoi maxi magnacci petrolieri che ha alle spalle. In Italia avviene l'opposto: le cordate devono ricevere le benedizioni dei politici, pagando tangenti legalizzate, mentre le aziende hanno bisogno di finanziamenti per rimanere a galla, e i meno fortunati (o meno agganciati), falliscono.

Ma non è proprio possibile un mondo in cui chi fa i soldi e chi deve rappresentare anche chi non ne ha siano distinti?

Un'ultima cosa...questa storia dei DS è molto grave, ma visto che siamo in italia, con il nostro caro Berlusconi, allora tutto ciò che succede sembra un'inezia, a confronto delle porcate del principale.
Berlusconi è sicuramente un male da estirpare, un'invasione di cavallette prima del raccolto, ma evidentemente i "disinfestatori" lo usano per nascondercisi dietro.

Solo una cosa vorrei dire ai politici: "Smettetela di prenderci per il culo, o se lo fate, siate almeno abbastanza furbi da non farvi scoprire! Perchè puntualmente le stron.... che dite o fate vengono a galla. Ma non preoccupatevi, gli italiani non ne ricordano nemmeno una!"

Thursday, June 14, 2007

TeamViewer


Ciao, volevo fare un po' di pubblicità ad un programma che mi ha fatto conoscere il grande Al, si chiama TeamViewer, si trova su questo sito: www.teamviewer.com .

Questo programmino grosso poco più di 500 Kb, una miseria, permette a due computer di entrare in comunicazione, o meglio, permette ad un utente di entrare nel pc di un altro...
Per esempio, volete far vedere un presentazione o delle foto? Vi mettete in contatto e l'utente si ritrova col desktop dell'altro sul suo Pc.

E' sicuro al 100% le password e l'ID degli utenti cambiano sempre.

Oppure, avete un problema tecnico, tipo non capite perchè vi esce una scritta strana sul desk? Allora vi collegate con un amico che può "guardare" direttamente il vostro PC...

E' carino, provatelo, per maggiori informazioni, contattatemi!

P.S. Il link è qui accanto...

Wednesday, June 13, 2007


Ecco cosa avrei chiesto al presidente statunitense

Rosa Villecco Calipari
In una Roma deserta quasi come in un fotogramma del film di Moretti Caro Diario, assediata da forze dell'ordine e militari e in cui l'innaturale silenzio è rotto dal rumore degli elicotteri che la sorvolano, dove i pochi romani non usciti fuoriporta preferiscono restare chiusi a casa nonostante sia il primo fine settimana soleggiato dopo tanti week end piovosi si respira un'aria di paura, di preoccupazione, di attesa di chissà quale evento drammatico. Ma l'evento è la visita a Roma del presidente degli Stati uniti, semplicemente, cioè il rappresentante del paese che storicamente è stato ed è uno dei maggiori alleati dell'Italia. Ma, allora, perché tanta ansia circonda la sua presenza sul territorio nazionale? Si potrebbe facilmente obiettare che sono le normali misure di sicurezza adottate per la visita di un capo di stato, o ancora che la nostra intelligence e la Cia hanno informazioni circa il rischio alto di attentati. Ma così non sembra, almeno, stando alle dichiarazioni del prefetto di Roma. È possibile pensare che l'alto rischio sia costituito dalle preannunciate manifestazioni di protesta che si sono svolte nel pomeriggio a Roma, contestualmente all'incontro, quello sì garantito dai massimi presidi di tutela, di Bush con Prodi a Palazzo Chigi? Ma perché presidente Bush c'è sempre intorno a lei quest'aura di paura? È la teorizzazione della paura che ha accompagnato tutto il suo mandato presidenziale ad accrescere l'esigenza di risposte «forti e muscolari» e, nel contempo, a svuotare di credibilità gli organismi internazionali e a depotenziare ogni eventuale azione diplomatica, con la ineluttabile conseguenza che gli Usa assumessero il ruolo di «guardiani del mondo». Certamente non dimentico gli attentati dell'11 settembre e l'orrore che hanno suscitato in me come in tutto il mondo, ma se le vittime innocenti delle Twin Towers non possono essere dimenticate egualmente non si può rimanere indifferenti ai 3.500 soldati americani morti finora in Iraq e alle vittime irachene, e non, di quel conflitto. Quale futuro la sua decisione unilaterale di «esportare democrazia» darà ai milioni di iracheni che vivono da quattro anni gli orrori di una «guerra civile» che ormai nessuno teme più di definire tale? Certo, qualcuno sostiene che la sua strategia politica è vincente perché ha portato «violenza liberatoria», laddove regnava «violenza terroristica» e che «nessun presidente americano sarà così folle da riconsegnare al radicalismo islamista armato il governo degli equilibri di forza nel grande Medioriente». E, allora le chiedo quale ricostruzione statale, quale riconciliazione sociale sarà possibile in un paese che, pur avendo risorse energetiche seconde solo all'Arabia saudita, non riesce a garantire neanche i servizi essenziali alla popolazione? E dove oggi è più forte, rispetto all'arrivo delle truppe americane nel 2003, la resistenza irachena basata sul fattore islamico sunnita radicale?Ma tornando alla sua visita a Roma, quale preoccupazione può rappresentare per il capo di stato Usa la presenza di manifestazioni di dimostranti, che nel momento in cui scrivo, sembrano svolgersi pacificamente? Il rappresentante di una grande democrazia come quella americana dovrebbe ritenere naturale e legittima l'espressione di dissenso e di critica da parte di alcuni anche perché molte di queste critiche sono state avanzate dallo stesso Congresso americano e un cambio strategico nella politica estera statunitense, in particolare mediorientale, è stato già posto in essere dalla stessa Nancy Pelosi (quando andando a Damasco fu accusata di iperattivismo diplomatico).E, infine, ma non ultima, mi consenta di porle un'altra domanda relativa al diniego da parte americana alla ratifica della convenzione sull'istituzione del Tribunale penale internazionale (Tpi), sui reiterati rifiuti di collaborazione giudiziaria anche con paesi alleati, come l'Italia. Non credo giovi all'immagine degli Stati uniti il mancato riconoscimento dell'attuazione di accordi di cooperazione bi o multilaterali per l'affermazione della legalità sul piano internazionale.E, inoltre, caro presidente, non vorrei che lei pensasse che le mie riflessioni siano il risultato di un'analisi dettata dall'emozione e dal dolore di una perdita che ha colpito i miei figli e me, nonostante, ancora oggi la ragion di stato, del suo stato, non ci abbia ancora garantito Verità e Giustizia.

Friday, June 08, 2007

Le mele marce


Riflessioni sulla vicenda dei preti accusati di pedofilia, il caso BbcVaticano e informazione, cosa raccogliere dopo il documentario della tv inglese visto su Annozero, la trasmissione di Michele Santoro. Il ruolo della comunicazione, dai vecchi media a quelli legati alla Rete

Franco Carlini


Che si tratti di poliziotti che pestano un po' troppo gli arrestati, di amministratori pubblici corrotti, o di preti che abusano di bambini, la metafora con cui le rispettive istituzioni si difendono dalle polemiche è quella delle «mele marce»: un numero limitato di casi negativi non può essere usato per dilatare il giudizio all'intero corpo. Il che è giusto. Ma questa difesa statistica elude due problemi. Il primo è «come mai si generano delle mele marce?» Non basta in questi casi invocare le fluttuazioni del caso perché la marcescenza è un fenomeno che ha le sue cause precise: l'evoluzione l'ha inventata per far sì che i frutti, scoppiando, lascino cadere a terra i semi, generando altre piante. Chi invece voglia cibarsi di quei pomi, dovrà staccarli prima dagli alberi, magari anche un po' acerbi, e conservarli in locali con temperatura e umidità adeguate. Il coltivatore che si trovi con molte mele marce dovrebbe dunque chiedersi come si è organizzato e che cura ha preso di loro, in che ambiente le ha messe e se per caso non è intervenuto troppo tardi, quando il processo era già in atto. La stessa domanda dovrebbero porsi i rappresentanti delle istituzioni criticate: qual è la selezione che hanno fatto dei loro membri e quale formazione hanno loro offerto. «Questi individui non avrebbero mai dovuto diventare preti», ha esclamato con santa indignazione il cardinale Fisichella durante Anno Zero di Santoro, il che è giustissimo, ma allora esibisca un minimo di autocritica, se la prenda con se stesso, anziché con l'autore del documentario della Bbc. Più a monte il contadino, come il ministro degli interni o il vescovo di Roma, dovrebbero forse porsi qualche domanda sulla cultura (l'ambiente, il magazzino) delle loro istituzioni. Un'organizzazione come la chiesa cattolica che pretende una sublime quanto innaturale castità dai suoi aderenti è statisticamente più predisposta a generare comportamenti sessuali anomali. Un corpo i cui comandi enfatizzino eroismo e maschilismo, piuttosto che il ruolo di servizio al paese, volentieri lascerà germogliare inni fascisti nelle caserme, come in quella di Genova Bolzaneto durante il G8. Oltre a tutto, non ci sono soltanto le mele marce ma anche le mele bacate, con il bruco dentro. Le marce non sono contagiose, mentre quelle bacate sì, nel senso che l'animaletto, avendo trovato un habitat favorevole, si riprodurrà veloce e andrà a infilarsi anche nelle mele sane lì vicino. Togliere dal cesto le mele marce serve a presentarsi al mercato con un assortimento allettante; il danno economico lo si è subito, ma si cerca almeno di vendere al meglio, ben lucidate, le mele sane. Così una rapida espulsione dal «cesto» della polizia, dei partiti, della curia, delle persone negative servirà almeno a tenere alta la reputazione del corpo nel suo complesso. Peccato che questa pulizia avvenga poco, sovente tardi, con molte omertà. Il processo sul G8 genovese, ancora in corso (e in attesa di inevitabile prescrizione) lo dimostra a ogni udienza. [...] Avendo rimandato al mittente, senza nemmeno aprirle, le lettere ufficiali dei giudici statunitensi, al Vaticano risulta difficile vantarsi di aver fatto tutto quello che era in suo potere e dovere. Su questo la reticenza di monsignor Fisichella è stata elevatissima, a esplicita copertura del precedente segretario di stato cardinal Sodano. [...] Nel caso delle epidemie, lo si sa da tempo, la migliore risposta è intanto la massime e veloce diffusione delle informazioni: se l'allevatore, vergognandosi, tiene nascosti i capi che gli muoiono in maniera strana, farà danno a se stesso e a tutti. [...] Monsignor Fisichella, acclamato come «Monsignor Coraggio» da Aldo Grasso sul Corriere della Sera, ha invano cercato di sminuire la forza dell'informazione, sostenendo che quello della Bbc non era un documentario, ma piuttosto un film, lasciando intendere che nel primo caso sarebbe stato una cosa seria, mentre nel secondo era solo un abile e parziale montaggio. Nulla tuttavia ha potuto obbiettare al fatto che certi provvedimenti la sua chiesa li ha presi solo dopo le pubbliche e magari scandalistiche denunce sui media. Va a finire che i giornali (e la rete) sono davvero preziosi.

Wednesday, June 06, 2007

Spiegalo tu agli europei come vanno le cose qui!




"Io a Totti direi: vieni in Nazionale e stai zitto" M. Platini
Vagli a spiegare ai francesi che in Italia non è così semplice fare ciò che è giusto.

Vagli a spiegare che se in italia il vicepremier dice: "Propongo lo sciopero fiscale..."
Non gli viene detto nulla, al limite dicono: "Che birbantello !"

Vai a spiegare all'europa che in italia collezioniamo pregiudicati in parlamento come fosse un merito per entrare...
Vai a spiegare che se uno va in carcere e poi esce, come Corona, diventa eroe nazionale.

Vai a spiegare agli europei che per fare le riforme in italia bisogna andare cauti, che se metti più taxi quelli si incazzano, se metti la benzina o i farmaci nei supermercati quelli si incazzano, se fai i DICO la chiesa riunisce i bizzochi di
tutta italia a Roma...

Vai a spiegare agli europei se sei capace, perchè in Italia non si può andare avanti senza prima esser tornati indietro...

Vai a spiegare che in Italia non devi avere peli sulla lingua...devi avere un prato !

Allora si che si capisce che persone ritenute oneste e portatrici di veri valori, qui in italia sono trattati come reietti, eretici e pessimisti, questo è un paese in cui tutti devono essere felici e in cui i potenti dello sport, della politica, dello spettacolo ecc ecc...non devono dare conto a nessuno!

SULL'INCAPACITA' DI COMUNICARE


QUESTIONE DI SGUARDI

Luca lavora come free lance per un giornale della zona.
Ogni giorno passa in ufficio, prende qualche appunto al computer, poi si dirige a passo svogliato dal suo capo e gli rende conto degli articoli scritti e delle occasioni perse.
Occasioni che per il capo sono perse ma non per Luca.
A Luca non sfugge nulla di ciò che vale la pena di essere immortalato dal suo occhio che è un obiettivo costante sul mondo.
Lui e il suo capo sono diversi e Luca non lo sopporta né si prende la briga di nasconderlo.
Aspetta in sordina l’occasione che gli permetta di potergli dire ancora più apertamente cosa pensa di lui.
Aspetta l’articolo del secolo che gli permetta di evadere da quel buco di giornale da cui ora dipende la regolarità dei suoi pasti.
È un uomo in catene ed è per questo che tutti i santi giorni quando esce dal giornale ha lo sguardo torvo di chi ce l’ha su col mondo intero.
Ma Luca ce l’ha su solo col suo capo.
Non certo con quella cassiera così carina che lavora da meno di una settimana nel supermarket accanto a casa sua.
No, Luca non può avercela con lei.
Lui, lei, vorrebbe amarla.
Ma quello che Luca non sa è che quando varca la soglia di quel supermarket ha accora incisi sul viso e nello sguardo i tratti della rabbia che il capo gli procura.
Quello che Luca non sa è che rivolge, da una settimana, sguardi astiosi a quella povera cassiera che non conosce nemmeno e che ora, inevitabilmente, lo odia.
E pensare che lui vorrebbe amarla.

Le porte a vetro del supermarket si aprono appena Luca vi si avvicina e con passo deciso si accinge a varcarne la soglia.
La luce bianca dei neon illumina tutti i prodotti sistemati accuratamente sugli scaffali.
Orgasmo per occhi affamati e per quelli di Luca che ha già dimenticato di dover prendere solo uova e latte e ora già corre tra le corsie buttando nel carrello tutto ciò che non è fondamentale ci sia.
Tutto ciò che dimenticherà di aver comprato e che finirà inevitabilmente a marcire in qualche scaffale della sua cucina.
Poco importa se butterà tutto, poco importa del resto, se il solo gesto di buttar roba nel carrello serve ancora a dare soddisfazione ad un animo in tumulto.
Le casse si avvicinano.
Lei si avvicina.
Ne scorge il profilo.
Un profilo che lui reputa sprecato se tutto quello in cui è intento è passare meccanicamente prodotti lungo una striscia che fa bip.
Quel profilo è destinato a grandi cose.
Già lo vede acquistare il suo senso se è steso nel suo letto, tra le sue braccia, illuminato da una luce fioca e non da questi neon che ne oltraggiano la bellezza.
Le casse si avvicinano.
Lei si avvicina.
È il turno di Luca e lui è pronto a dire qualunque cosa pur di attaccar bottone con lei.
È perfino disposto a parlare del tempo.
Quello che lui non sa è che ha ancora incisi sul viso e nello sguardo i tratti della rabbia che il capo gli procura.
Quello che lui non sa è che lei pensa che quello sguardo torvo sia diretto a lei.
Quello che lui non capisce è perché lei non lo degni di uno sguardo.
Quello che lui non sa e mai saprà è che lei lo avrebbe amato se solo lui invece di parlare del tempo avesse detto una volta, una sola volta: “Il mio capo mi fa incazzare!"


la vita sarebbe più semplice se solo imparassimo la difficile arte del comunicare.....e se l'abbiamo, invece, solo dimenticata perchè è successo?
vi abbraccio Lamù

Saturday, June 02, 2007

Recensione N.2


Ciao a tutti,

Oggi voglio scrivere di un film che mi è capitato di vedere ultimamente.
Il film si chiama "Angeli Ribelli" regia di A. Walsh con A.Quinn e I.Glen del 2004


Racconta la storia di un insegnante che nel 1939 dopo aver combattuto nella guerra civile in spagna contro i fascisti di Franco, si trasferisce in Irlanda per diventare l'insegnante in un riformatorio gestito da preti cattolici.
L'nsegnante insegna a leggere e scrivere ai ragazzini, quasi tutti analfabeti, con delle poesie, tirando fuori da ogni ragazzo il meglio, tra tutti ne spicca uno Liam Mercier, il quale trova nel professore un amico.
I metodi del professore sono in contrapposizione però con quelli dei preti tra i quali ne spiccano due, uno che stupra i ragazzini e un altro che invece li picchia selvaggiamente per ogni stupidaggine...

Questo film è tratto da una storia vera ed è questa la cosa più agghiacciante,la crudezza di alcune scene ci fanno appena immaginare la dura realtà cui questi ragazzi erano sottoposti; non possiamo guardare a questi fatti con cinismo, proprio della nostra generazione.

Il film si inserisce alla perfezione nel dibattito più ampio cominciato con il video diffuso dalla BBC e arrivato in italia grazie a Beppe Grillo (on.line) & Michele Santoro (Annozero in Tv), sugli abusi sessuali ad opera di uomini di chiesa sotto l'occhio poco vigile e poco severo del Vaticano.

Non voglio lanciare con questo mio post l'ennesima accusa contro il vaticano (che non vigila e non punisce, anzi protegge i suoi uomini), voglio semplicemente consigliare la visione di un film che può con la sua cruda semplicità aprire gli occhi e scacciare per una volta le stupide e odiosissime frasi indulgenti dei politici leccaculo verso tutto ciò che concerne la chiesa !

P.S. Se poi volete, clicckate sul blog di Beppe Grillo e andate a vedere il documentario della BBC.

CIAO A TUTTI!