Wednesday, June 06, 2007

SULL'INCAPACITA' DI COMUNICARE


QUESTIONE DI SGUARDI

Luca lavora come free lance per un giornale della zona.
Ogni giorno passa in ufficio, prende qualche appunto al computer, poi si dirige a passo svogliato dal suo capo e gli rende conto degli articoli scritti e delle occasioni perse.
Occasioni che per il capo sono perse ma non per Luca.
A Luca non sfugge nulla di ciò che vale la pena di essere immortalato dal suo occhio che è un obiettivo costante sul mondo.
Lui e il suo capo sono diversi e Luca non lo sopporta né si prende la briga di nasconderlo.
Aspetta in sordina l’occasione che gli permetta di potergli dire ancora più apertamente cosa pensa di lui.
Aspetta l’articolo del secolo che gli permetta di evadere da quel buco di giornale da cui ora dipende la regolarità dei suoi pasti.
È un uomo in catene ed è per questo che tutti i santi giorni quando esce dal giornale ha lo sguardo torvo di chi ce l’ha su col mondo intero.
Ma Luca ce l’ha su solo col suo capo.
Non certo con quella cassiera così carina che lavora da meno di una settimana nel supermarket accanto a casa sua.
No, Luca non può avercela con lei.
Lui, lei, vorrebbe amarla.
Ma quello che Luca non sa è che quando varca la soglia di quel supermarket ha accora incisi sul viso e nello sguardo i tratti della rabbia che il capo gli procura.
Quello che Luca non sa è che rivolge, da una settimana, sguardi astiosi a quella povera cassiera che non conosce nemmeno e che ora, inevitabilmente, lo odia.
E pensare che lui vorrebbe amarla.

Le porte a vetro del supermarket si aprono appena Luca vi si avvicina e con passo deciso si accinge a varcarne la soglia.
La luce bianca dei neon illumina tutti i prodotti sistemati accuratamente sugli scaffali.
Orgasmo per occhi affamati e per quelli di Luca che ha già dimenticato di dover prendere solo uova e latte e ora già corre tra le corsie buttando nel carrello tutto ciò che non è fondamentale ci sia.
Tutto ciò che dimenticherà di aver comprato e che finirà inevitabilmente a marcire in qualche scaffale della sua cucina.
Poco importa se butterà tutto, poco importa del resto, se il solo gesto di buttar roba nel carrello serve ancora a dare soddisfazione ad un animo in tumulto.
Le casse si avvicinano.
Lei si avvicina.
Ne scorge il profilo.
Un profilo che lui reputa sprecato se tutto quello in cui è intento è passare meccanicamente prodotti lungo una striscia che fa bip.
Quel profilo è destinato a grandi cose.
Già lo vede acquistare il suo senso se è steso nel suo letto, tra le sue braccia, illuminato da una luce fioca e non da questi neon che ne oltraggiano la bellezza.
Le casse si avvicinano.
Lei si avvicina.
È il turno di Luca e lui è pronto a dire qualunque cosa pur di attaccar bottone con lei.
È perfino disposto a parlare del tempo.
Quello che lui non sa è che ha ancora incisi sul viso e nello sguardo i tratti della rabbia che il capo gli procura.
Quello che lui non sa è che lei pensa che quello sguardo torvo sia diretto a lei.
Quello che lui non capisce è perché lei non lo degni di uno sguardo.
Quello che lui non sa e mai saprà è che lei lo avrebbe amato se solo lui invece di parlare del tempo avesse detto una volta, una sola volta: “Il mio capo mi fa incazzare!"


la vita sarebbe più semplice se solo imparassimo la difficile arte del comunicare.....e se l'abbiamo, invece, solo dimenticata perchè è successo?
vi abbraccio Lamù

8 comments:

Anonymous said...

lungi da me allontanare la discussione dalla questione pedofilia...è solo che stasera avevo bisogno di sfogarmi un pò su questa fatica che è diventato il relazionarsi con gli altri...
mattuoto non volermene
ti abbraccio

ps:azz...spero che la mia piccola R non finisca mai sulla cintura di nessun uomo crudele!(è già successo una volta e non è stato bellissimo!!!!!)

mattuoto said...

No no, hai fatto bene, è proprio bello questo post, e poi la cosa bella dei blog è che ognuno può scrivere ciò che vuole quando vuole...
Ma l'hai scritto tu?
Molto carino !

Anonymous said...

...Luca guarda la cassiera, la cassiera guarda Luca e, in un focoso ed ardimentoso gioco di sguardi lei si volta e con cipiglio oltraggioso ed una vena di passione gli dice: "sono cinquecento euri"..."c'hai la carta amica che ti ce sbatto dentro una chilata di puntoni?"..."nun c'é l'hai?"..."vabbuò damme li sordi che facemo prima". E Luca, riportato duramente alla realtà delle cose pensa: "ammazza sta zzoccola quant'é rozza!".

Anonymous said...

Vabbé, scusatemi, ma quando ci vuole ci vuole!

Anonymous said...

ohhh ho detto che il tizio si chiama Luca non che la cassiera se chiama Nunzia!!!

ps x mattuoto...confesso è opera mia...!vi ho scritto un raccontino leggerissimo sulle incomprensioni tra esseri umani...

Anonymous said...

ps:Cri cmq...la tua versione è geniale...!!!vedi che è come dico io....ognuno vede quello che vuole vedere...uno idealizza per poi scoprire che c'è un pò di Nunzia in ognuno di noi!

Momo ed io said...

Poi se Nunzia fa un saltino qui e legge così come stanno le cose al suo riguardo, penso che se suicida e poi Vespa ce fà 5 giorni di dibbattito ed un processo mediatico che nun ce lo leva nessuno!

mattuoto said...

E se il nostro LUCA avesse detto alla cassiera: "C'è ti we mitti cu meeeeeeee?"
La cassiera che cosa avrebbe fatto?